lunedì 26 novembre 2012

San Josè / Costa Rica

    
Ricordo ancora nitidamente l'emozione che provammo nell'arrivare a San Josè.
Dopo aver viaggiato per circa un mese e mezzo attraverso le più remote e sperdute località del Nicaragua e del Costa Rica, giungere in una capitale da 1.200.000 abitanti sortì in noi un effetto adrenalinico.
San Josè non si può certo definire una bella città. Nel corso dell'ultimo secolo, la trasformazione da cittadina incentrata prevalentemente sulla produzione di caffè a cuore pulsante del Costarica non ha certo giovato al suo panorama urbano.
Purtroppo edifici incantevoli e storici quali il teatro nazionale, e il museo di arte e disegno contemporaneo vengono brutalmente sovrastati dagli imponenti quanto orribili grattacieli di cemento e dai numerosi fast food in grado di contaminare l'aria della capitale con il loro inconfondibile odore di patatine fritte e ali di pollo.



    
A dispetto di tutto ciò i giorni passati a San Josè, tra enormi negozi vintage, rilassanti passeggiate nelle ampie aree pedonali, e ristoranti dall'ottima cucina, sono stati piacevoli e rigeneranti. Parlando di questa città non possiamo non menzionare il sublime ostello "Casa Del Parque". Ricavato da una splendida casa anni trenta, l'ostello conserva al suo interno ancora tutti gli arredi originali del tempo.I confortevoli divani in pelle, gli eleganti lampadari stile art decò, le spaziose camere con parquet e il  delizioso patio interno hanno creato un'ambiente familiare e accogliente molto simile a quello di casa, rendendolo un rifugio perfetto per il nostro breve soggiorno.


    

È ora di ripartire, abbandonando  comodità e  frenesie tipiche di una capitale per raggiungere l'altrettanto tipica rilassatezza  caraibica.

mercoledì 14 novembre 2012

Montezuma / Costa Rica

Per raggiungere la paradisiaca Montezuma è necessario passare per l'infernale salita avvolta in una densa coltre di nebbia, dove si trova la fermata del pullman. Al nostro fianco c'è Francesco, un ragazzo italiano di 36 anni, che dopo la delusione di un grande amore durato 13 anni, ha deciso di lasciare il suo rassicurante lavoro di insegnante in svizzera per ritrovare se stesso in un'entusiasmante viaggio intorno al mondo. Poco più indietro si trova Robert, un artigiano tedesco, che costruisce mobili prevalentemente in legno. Nonostante i suoi 2.05 metri di altezza possiede una corporatura longilinea simile a quella di un fenicottero. In netto contrasto con la durezza della sua lingua e l'imponenza della sua figura, Robert riesce a trasmettere, attraverso i suoi dolci occhi e i suoi pacati e gentili modi di fare, un equilibrio e una serenità veramente rassicuranti per chi gli sta vicino.
A fianco a lui si trova Angelina un avvocato  austriaco specializzato in diritti umani,una ragazza pratica e determinata dalla forte e contagiosa risata . La sua curiosità e indipendenza le hanno permesso di viaggiare in tutto il mondo, rendendola un'ottima compagna di viaggio.
Con questi ragazzi incontrati per caso condividiamo le tre ore di viaggio attraverso le incantevoli montagne costarichensi fino a Punta Arenas ( dove i vestiti pesanti ritornano con molta gioia nello zaino ); le seguenti due ore di barca fino a Paquera e le rimanenti due ore di pullman fino a Montezuma.

Dopo 7 ore finalmente siamo arrivati!
La cittadina è rimasta fortemente legata alle sue radici hippy con i suoi corsi di yoga e l'atmosfera rilassata. Rilassatezza agevolata dall'abbondante presenza di marijuana, tale da soprannominarla Montefuma. Stanchi dal viaggio e desiderosi di trovare velocemente una sistemazione, abbiamo la fortuna di incontrare un graziosissimo ed economico hotel in riva al mare.
A conquistarci, oltre all'invidiabile posizione, la presenza di innumerevoli amache affacciate su di un colorato giardino pullulante di scoiattoli e scimmie.
Giusto il tempo di posare i bagagli e ci ritroviamo a giocare a pallone con JuanCarlos un simpatico bambino che abita a pochi metri dalla spiaggia; dopo poco facciamo anche la conoscenza di suo padre Venicio, il quale ci racconta del periodo difficile che sta passando la sua famiglia, a causa della rottura del motore della sua barca e la conseguente impossibilità a pescare.
Avvertiti i primi morsi della fame ci congediamo da JuanCarlos e Venicio alla ricerca di un ristorante che possa soddisfare il nostro appetito.
Seduti al tavolo Francesco manifesta le sue prime perplessità su Montezuma affermando di aver sentito una vibrazione negativa, e di non essere così sicuro di voler restare. Nonostante questo la cena procede benissimo, il pesce è squisito, e la birra fresca al punto giusto riesce persino a migliorare il nostro inglese. Sazi ed assonnati ci ritiriamo nelle nostre stanze, dandoci appuntamento per le sette del giorno seguente.





Al nostro risveglio ci attende una giornata meravigliosa, Francesco ha deciso di non assecondare la sue sensazioni negative, Robert e Angelina sono di ottimo umore e tutto sembra perfetto per poter andare a visitare le famose quanto pericolose cascate di Montezuma. Dopo aver camminato per mezz'ora all'interno della giungla e aver guadato un fiume con gli zaini, raggiungiamo la prima delle tre spettacolari cascate. Sudatissimi e accaldati io e Ramona ci svestiamo rapidamente per tuffarci nella pozza d'acqua cristallina davani a noi. Faticando per non essere trasportati via dalla forte corrente, veniamo raggiunti da un gruppo di turisti guidati da Hector una guida locale, il quale ci invita gentilmente ad aggregarci al suo gruppo per mostrarci la via più facile per arrivare alla seconda e terza cascata.
Arrampicandoci su di un'impervia parete fangosa riusciamo miracolosamente ad arrivare incolumi alla seconda cascata. Qui una sottile striscia di pietre ci permette di ammirare la magnificenza del panorama a parecchi metri d'altezza. Seguendo la guida ci tuffiamo nella seconda pozza, pienamente connessi con la natura circostante e con  un lieve senso di vertigini a causa delle decine di metri che ci separano dal suolo,  ci godiamo la più entusiasmante e selvaggia delle escursioni compiute nel nostro viaggio.
Dopo un breve sonno ristoratore ci inoltriamo per le vie di Montezuma, ritrovandoci nel bel mezzo di Halloween. Tra fantasmi, vampiri e fiumi di birra, in uno spensierato clima di festa Angelina e Robert iniziano una sorta di karaoke tirolese;deliziandoci di un immagine che difficilmente dimenticheremo.


 
 
 



Il mattino seguente Francesco desideroso di assecondare "la vibra negativa" percepita  fin dal suo arrivo in citta' decide di  salire sul pullman in direzione SanJose.
Salutato Francesco, mi aspetta una giornata di pesca con Venicio. Come concordato mi faccio trovare davanti alla sua casa/capanna per mezzogiorno; muniti di un semplice filo di naylon, un po' di esche, degli ami e alcuni piombini ci incamminiamo per una mezz'ora a nord della spiaggia. A noi si aggiunge Tony un amico di Venicio, un ragazzo più o meno della mia età con i denti rivestiti d'oro e tre figli al seguito.
Trovato lo scoglio giusto mi vengono fornite sommarie istruzioni su come riuscire ad utilizzare correttamente il filo. Dopo le prime difficoltà nel lanciare al largo l'esca, acquisisco una certa dimestichezza, che si manifesta qualche ora dopo,nella classica fortuna del principiante, quando al mio amo abbocca un pesce di circa 25 cm.
Pur essendo restio all'uccisione  di qualsiasi tipo di animale l'emozione di pescare a mani nude mi ha riportato alla mente Hemingway e di come essa si riassuma in una mera ed entusiasmante lotta per la sopravvivenza tra uomo e animale.
Non disponendo di una cucina regalo il pescato a Venicio, il quale gentilmente mi invita a casa sua per poterlo mangiare insieme. Con molta gratitudine accetto l'invito, presentandomi alle otto in punto, con qualche lattina di birra a casa del mio nuovo amico. Ad attendermi una costarichense dalla corporatura robusta, dai baffi incolti e dallo sguardo ingenuo di nome Marialuisa nonché mamma di JuanCarlos e seconda sposa di Venicio. La serata trascorre piacevolmente, il pesce è commestibile e la birra è apprezzata. Benché il mio spagnolo non sia dei migliori, grazie ad una buona dose di inventiva e l'aiuto dei gesti riesco ad inttrattenere una simpatica quanto gradevole conversazione per tutta la sera.  Sicuramente ricorderò con molto affetto questa simpatica famiglia e la loro relativa proposta a fornirmi un lavoro come pescatore, non appena riparato il motore della barca.
Ringraziandoli dell'ospitalità li saluto e mi congedo. Ritornando verso casa rifletto sulla paradossalita' del concetto di povertà. Sebbene Venicio e la sua famiglia non posseggano quasi nulla, io in casa loro ho respirato la ricchezza di un legame familiare felice e genuino, ho visto la spensieratezza negli occhi di JuanCarlos nel poter crescere e giocare con suo padre in un paradiso come Montezuma. Ecco dopo tutto questo forse il vero povero sono io, alla costante ricerca di una frenetica felicità che mi possa allontanare da quel perenne senso di insoddisfazione e irrequietezza tipico della nostra società.
È ora di salutare due splendidi compagni di viaggio, e' ora di apprezzare il tempo passato assieme. È stato meraviglioso aver avuto la possibilità di conoscere Franceso, Robert e Angelina e di aver potuto condividere con loro emozioni e sensazioni di una tale intensità, come quella che solo un viaggio può trasmettere.


    




domenica 4 novembre 2012

Monteverde - Costa Rica




Dopo un suggestivo viaggio all' interno del Costa Rica, raggiungiamo la piovosa e fredda Monteverde. Una meravigliosa cittadina che si estende sulle montagne a nord ovest del paese; conosciuta dai turisti grazie all'omonima riserva forestale.




Ad accoglierci una nebbia cosi densa da ricordare la val padana dei mesi peggiori ed una pioggia cosi insistente da non permetterci di uscire.
Il clima cosi' freddo e' in netto contrasto con l'ambiente vivo e scoppiettante della pensione Santa Elena. Il continuo via e vai di giovani provenienti da tutte le parti del mondo trasmette una vibrazione cosi' positiva e accogliente da rendere molto piacevoli le ore passate ad attendere il cessare della pioggia.

A causa delle cattive condizione climatiche decidiamo di trascorrere il pomeriggio al ranario, dove una miriade di piccole e coloratissime rane ci ossserva al di la' delle loro teche.
Il loro vivaci ed intensi colori ai limiti dello psichedelico sortiscono in noi una sorta di effetto ipnotico; ipnnosi dalla quale esco quando vengo a conoscenza del loro singolare metodo di accoppiamento. La mancanza di organi genitali fa si che la femmina porti sopra le proprie spalle il maschio per quindici giorni, il quale attraverso un petting ai limiti dell'estremo la feconda.
Immerso tra gli odori stagnanti e il chiassoso gracidare  mi ritrovo a immaginare l'enorme fatica che comporterebbe soddisfare un'ipotetica Ramona rana senza accorgermi che la visita e' terminata.


      

Il giorno seguente sotto un incessante pioggia ci rechiamo alla riserva Monteverde, dopo aver pagato il costoso ingresso ci inoltriamo per i suoi magici sentireri. La fitta nebbia conferisce al panorama una surreale leggerezza. Il paesaggio e' da togliere il fiato, gli enormi alberi secolari incutono una sorta di timore reverenziale, i nostri occhi hanno il privilegio di ammirare tonalita' di verde che non credevamo neanche esistessero. 
Purtroppo dopo quattro ore di pioggia, i vestiti fradici ed un principio di assideramento conveniamo che e' giunta l'ora di ritornare a casa. Consapevoli dell'unicita' di cio' che abbiamo visto il viaggio di ritorno e' felice e leggero, proprio come Monteverde.








Stufi di freddo e pioggia, desiderosi di caldo e mare partiamo alla vota di Montezuma.