A fianco a lui si trova Angelina un avvocato austriaco specializzato in diritti umani,una ragazza pratica e determinata dalla forte e contagiosa risata . La sua curiosità e indipendenza le hanno permesso di viaggiare in tutto il mondo, rendendola un'ottima compagna di viaggio.
Con questi ragazzi incontrati per caso condividiamo le tre ore di viaggio attraverso le incantevoli montagne costarichensi fino a Punta Arenas ( dove i vestiti pesanti ritornano con molta gioia nello zaino ); le seguenti due ore di barca fino a Paquera e le rimanenti due ore di pullman fino a Montezuma.
Dopo 7 ore finalmente siamo arrivati!
La cittadina è rimasta fortemente legata alle sue radici hippy con i suoi corsi di yoga e l'atmosfera rilassata. Rilassatezza agevolata dall'abbondante presenza di marijuana, tale da soprannominarla Montefuma. Stanchi dal viaggio e desiderosi di trovare velocemente una sistemazione, abbiamo la fortuna di incontrare un graziosissimo ed economico hotel in riva al mare.A conquistarci, oltre all'invidiabile posizione, la presenza di innumerevoli amache affacciate su di un colorato giardino pullulante di scoiattoli e scimmie.
Giusto il tempo di posare i bagagli e ci ritroviamo a giocare a pallone con JuanCarlos un simpatico bambino che abita a pochi metri dalla spiaggia; dopo poco facciamo anche la conoscenza di suo padre Venicio, il quale ci racconta del periodo difficile che sta passando la sua famiglia, a causa della rottura del motore della sua barca e la conseguente impossibilità a pescare.
Avvertiti i primi morsi della fame ci congediamo da JuanCarlos e Venicio alla ricerca di un ristorante che possa soddisfare il nostro appetito.
Seduti al tavolo Francesco manifesta le sue prime perplessità su Montezuma affermando di aver sentito una vibrazione negativa, e di non essere così sicuro di voler restare. Nonostante questo la cena procede benissimo, il pesce è squisito, e la birra fresca al punto giusto riesce persino a migliorare il nostro inglese. Sazi ed assonnati ci ritiriamo nelle nostre stanze, dandoci appuntamento per le sette del giorno seguente.
Al nostro risveglio ci attende una giornata meravigliosa, Francesco ha deciso di non assecondare la sue sensazioni negative, Robert e Angelina sono di ottimo umore e tutto sembra perfetto per poter andare a visitare le famose quanto pericolose cascate di Montezuma. Dopo aver camminato per mezz'ora all'interno della giungla e aver guadato un fiume con gli zaini, raggiungiamo la prima delle tre spettacolari cascate. Sudatissimi e accaldati io e Ramona ci svestiamo rapidamente per tuffarci nella pozza d'acqua cristallina davani a noi. Faticando per non essere trasportati via dalla forte corrente, veniamo raggiunti da un gruppo di turisti guidati da Hector una guida locale, il quale ci invita gentilmente ad aggregarci al suo gruppo per mostrarci la via più facile per arrivare alla seconda e terza cascata.
Arrampicandoci su di un'impervia parete fangosa riusciamo miracolosamente ad arrivare incolumi alla seconda cascata. Qui una sottile striscia di pietre ci permette di ammirare la magnificenza del panorama a parecchi metri d'altezza. Seguendo la guida ci tuffiamo nella seconda pozza, pienamente connessi con la natura circostante e con un lieve senso di vertigini a causa delle decine di metri che ci separano dal suolo, ci godiamo la più entusiasmante e selvaggia delle escursioni compiute nel nostro viaggio.Dopo un breve sonno ristoratore ci inoltriamo per le vie di Montezuma, ritrovandoci nel bel mezzo di Halloween. Tra fantasmi, vampiri e fiumi di birra, in uno spensierato clima di festa Angelina e Robert iniziano una sorta di karaoke tirolese;deliziandoci di un immagine che difficilmente dimenticheremo.
Il mattino seguente Francesco desideroso di assecondare "la vibra negativa" percepita fin dal suo arrivo in citta' decide di salire sul pullman in direzione SanJose.
Salutato Francesco, mi aspetta una giornata di pesca con Venicio. Come concordato mi faccio trovare davanti alla sua casa/capanna per mezzogiorno; muniti di un semplice filo di naylon, un po' di esche, degli ami e alcuni piombini ci incamminiamo per una mezz'ora a nord della spiaggia. A noi si aggiunge Tony un amico di Venicio, un ragazzo più o meno della mia età con i denti rivestiti d'oro e tre figli al seguito.
Trovato lo scoglio giusto mi vengono fornite sommarie istruzioni su come riuscire ad utilizzare correttamente il filo. Dopo le prime difficoltà nel lanciare al largo l'esca, acquisisco una certa dimestichezza, che si manifesta qualche ora dopo,nella classica fortuna del principiante, quando al mio amo abbocca un pesce di circa 25 cm.
Pur essendo restio all'uccisione di qualsiasi tipo di animale l'emozione di pescare a mani nude mi ha riportato alla mente Hemingway e di come essa si riassuma in una mera ed entusiasmante lotta per la sopravvivenza tra uomo e animale.
Non disponendo di una cucina regalo il pescato a Venicio, il quale gentilmente mi invita a casa sua per poterlo mangiare insieme. Con molta gratitudine accetto l'invito, presentandomi alle otto in punto, con qualche lattina di birra a casa del mio nuovo amico. Ad attendermi una costarichense dalla corporatura robusta, dai baffi incolti e dallo sguardo ingenuo di nome Marialuisa nonché mamma di JuanCarlos e seconda sposa di Venicio. La serata trascorre piacevolmente, il pesce è commestibile e la birra è apprezzata. Benché il mio spagnolo non sia dei migliori, grazie ad una buona dose di inventiva e l'aiuto dei gesti riesco ad inttrattenere una simpatica quanto gradevole conversazione per tutta la sera. Sicuramente ricorderò con molto affetto questa simpatica famiglia e la loro relativa proposta a fornirmi un lavoro come pescatore, non appena riparato il motore della barca.
Ringraziandoli dell'ospitalità li saluto e mi congedo. Ritornando verso casa rifletto sulla paradossalita' del concetto di povertà. Sebbene Venicio e la sua famiglia non posseggano quasi nulla, io in casa loro ho respirato la ricchezza di un legame familiare felice e genuino, ho visto la spensieratezza negli occhi di JuanCarlos nel poter crescere e giocare con suo padre in un paradiso come Montezuma. Ecco dopo tutto questo forse il vero povero sono io, alla costante ricerca di una frenetica felicità che mi possa allontanare da quel perenne senso di insoddisfazione e irrequietezza tipico della nostra società.
È ora di salutare due splendidi compagni di viaggio, e' ora di apprezzare il tempo passato assieme. È stato meraviglioso aver avuto la possibilità di conoscere Franceso, Robert e Angelina e di aver potuto condividere con loro emozioni e sensazioni di una tale intensità, come quella che solo un viaggio può trasmettere.
Salutato Francesco, mi aspetta una giornata di pesca con Venicio. Come concordato mi faccio trovare davanti alla sua casa/capanna per mezzogiorno; muniti di un semplice filo di naylon, un po' di esche, degli ami e alcuni piombini ci incamminiamo per una mezz'ora a nord della spiaggia. A noi si aggiunge Tony un amico di Venicio, un ragazzo più o meno della mia età con i denti rivestiti d'oro e tre figli al seguito.
Trovato lo scoglio giusto mi vengono fornite sommarie istruzioni su come riuscire ad utilizzare correttamente il filo. Dopo le prime difficoltà nel lanciare al largo l'esca, acquisisco una certa dimestichezza, che si manifesta qualche ora dopo,nella classica fortuna del principiante, quando al mio amo abbocca un pesce di circa 25 cm.
Pur essendo restio all'uccisione di qualsiasi tipo di animale l'emozione di pescare a mani nude mi ha riportato alla mente Hemingway e di come essa si riassuma in una mera ed entusiasmante lotta per la sopravvivenza tra uomo e animale.
Non disponendo di una cucina regalo il pescato a Venicio, il quale gentilmente mi invita a casa sua per poterlo mangiare insieme. Con molta gratitudine accetto l'invito, presentandomi alle otto in punto, con qualche lattina di birra a casa del mio nuovo amico. Ad attendermi una costarichense dalla corporatura robusta, dai baffi incolti e dallo sguardo ingenuo di nome Marialuisa nonché mamma di JuanCarlos e seconda sposa di Venicio. La serata trascorre piacevolmente, il pesce è commestibile e la birra è apprezzata. Benché il mio spagnolo non sia dei migliori, grazie ad una buona dose di inventiva e l'aiuto dei gesti riesco ad inttrattenere una simpatica quanto gradevole conversazione per tutta la sera. Sicuramente ricorderò con molto affetto questa simpatica famiglia e la loro relativa proposta a fornirmi un lavoro come pescatore, non appena riparato il motore della barca.
Ringraziandoli dell'ospitalità li saluto e mi congedo. Ritornando verso casa rifletto sulla paradossalita' del concetto di povertà. Sebbene Venicio e la sua famiglia non posseggano quasi nulla, io in casa loro ho respirato la ricchezza di un legame familiare felice e genuino, ho visto la spensieratezza negli occhi di JuanCarlos nel poter crescere e giocare con suo padre in un paradiso come Montezuma. Ecco dopo tutto questo forse il vero povero sono io, alla costante ricerca di una frenetica felicità che mi possa allontanare da quel perenne senso di insoddisfazione e irrequietezza tipico della nostra società.
È ora di salutare due splendidi compagni di viaggio, e' ora di apprezzare il tempo passato assieme. È stato meraviglioso aver avuto la possibilità di conoscere Franceso, Robert e Angelina e di aver potuto condividere con loro emozioni e sensazioni di una tale intensità, come quella che solo un viaggio può trasmettere.
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