Sono le 5 del mattino, usando un
eufemismo la notte passata in pullman non è stata molto rigenerante.
Non dimenticherò mai la fatica che feci nel salire per le innumerevoli
e sconnesse stradine acciottolate di Cusco; i suoi oltre 3000 mt di
altezza pesano come macigni nei nostri zaini, il fiato ed il cuore
chiedono pietà e riposo ogni 10 mt.
Per fortuna l'ostello dove passeremo
qualche giorno si rivela essere accogliente, pulito ed economico per
gli elevati standard di una delle città più turistiche del
Sud-america.
Il fascino storico di questa città si
evidenzia in ogni sua pietra, la grandezza Inca traspare ad ogni
angolo arrivando perfino a trasmetterci un lieve senso di soggezione per
tutta questa perfezione e simmetria.
Purtroppo il flusso inesauribile e
costante di turisti ha radicalmente cambiato l'attitudine del
cusqueno, trasformandolo in uno spietato venditore, alla continua
ricerca di turisti con i quali poter far affari, una caccia che
inizia sui bordi dei marciapiedi tra offerte di massaggi e menù
imbattibili e che si sposta negli occhi dei piccoli di lama in
braccia a ragazzini tipicamente vestiti finendo nell'enorme buisness
che li racchiude tutti sotto un unico grande insieme: machu picchu.
I costi elevatissimi per raggiungere
Aguas caliente con il famosissimo treno panoramico ci costringono a
cercare un trasporto alternativo, alternativa che si rivela essere un
van condiviso con altri turisti, l'enorme differenza di prezzo
apparentemente risparmiata ci fa' gridare all'affare, un affare che
Ramona sicuramente rimpiange durante il viaggio su questa strada
'alternativa' stretta sterrata senza protezioni laterali ,
disseminata di croci e dirupi, nella quale le manovre per passare nei
due sensi di marcia vengono affrontate da tutto il gruppo di giovani
ed intrepidi viaggiatori con il fiato sospeso e silenziosi sguardi
di preoccupazione.
Dopo parecchie ore di tensione
arriviamo finalmente all'idroelettrica, l'ultimo punto percorribile
con i mezzi di trasporto, visto il breve tratto e il costo
decisamente accessibile non riusciamo a resistere alla tentazione di
percorrere l'ultimo tratto di strada con il treno panoramico tanto
sognato.
Arrivati ad Aguas Caliente due
percezioni completamente contrastanti si presentano dinnanzi a noi,
la prima riguarda l'incantevole contesto naturalistico nel quale la
città è adagiata, tra imponenti e verdeggianti montagne, l'altra ci
riporta immediatamente alla globalizzante realtà del turismo di
massa del quale anche noi facciamo parte. Non ci si mette molto a
comprendere che questa città ancor più di Cusco ha risentito del
massiccio e a volte fin troppo invasivo afflusso di turisti,
un'invasione così nevrotica da riuscire in parte a svalorizzare
l'incantevole paesaggio. Una macchina per far soldi, di questo si
tratta aguas caliente, locali, ostelli, e negozi di ogni genere
occupano ogni centimetro di questa città, costruzioni selvagge che
si sovrappongo come mattoncini del Jenga.
Luci, rumori, soldi e turismo sono
stati valorizzati molto di più di natura, silenzio, e pace
danneggiando di conseguenza uno dei siti più straordinari del mondo.
Ma questa non vuole passare come la classica critica con una leggera
sfumatura radical chic e una punta hippy, vuole essere solo una
considerazione di come il turismo globalizzato se non sottoposto a
ferree restrizioni e buon gusto possa diventare deleterio per i
paesaggi che paradossalmente cerca di promuovere e proteggere.
La sveglia suona, ci siamo!!! Dopo
quasi sette mesi di viaggio stiamo per raggiungere una delle
destinazioni più affascinanti del nostro viaggio :machu picchu ,
arrivati all'ingresso dopo aver preso una guida locale ci mettiamo
diligentemente in coda come bestie destinate al macello.
Siamo dentro!
Si dice che la prima impressione sia
decisiva nella successiva formulazione di un giudizio, il primo colpo
d'occhio della città perduta è così intenso da provocarci quella
sensazioni di vuoto tipica dell'aereo, quella sensazione così forte
da farti venire i brividi lungo tutto il corpo.
Parlarvene mi sembra sminuente,
descriverlo superfluo, farvelo capire inutile, fortunatamente le foto
potranno trasmettervi molte più sensazioni delle mie parole. La
culla di una delle civiltà più straordinarie della storia
finalmente davanti a noi; i lama, il verde, la sinuosa forma delle
montagne conferiscono al sito un qualcosa di magico, una magia che a
tratti sembra connetterti con l'antica civiltà Inca annullando
qualsiasi tipo di legge spazio-temporale.
E' ora di guardare per l'ultima volta
machu picchu e ritornare ad idroelettrica dove il nostro van ci
aspetta per riportarci a Cusco.
Questa volta il viaggio di ritorno
sembra essere meno traumatico dell'andata, la stanchezza prende il
sopravvento su gran parte dei viaggiatori, svegliati solo da un sasso
caduto sul pullmino, rassegnati e fiduciosi dalle doti del nostro
guidatore ci abbandoniamo alle braccia di Morfeo addormentandoci con
gli occhi colmi dalle meraviglie visitate durante il giorno.
Ritornati a Cusco, stanchi e
soddisfatti facciamo ritorno nel nostro tanto caro ostello, decisi
nel saltare la cena ci dirigiamo a passo spedito verso la nostra
stanza, quando dalla stanza adiacente una voce familiare fa'
sorridere i nostri cuori, i nostri vicini sono Martin, Megan, and
Katharina ragazzi incontrati ad Arequipa con i quali ci siamo trovati
a nostro agio fin dal primo momento, decidendo che il meritato ristoro può aspettare qualche ora giusto il tempo di una cena alcolica, e un salto in discoteca...
Sicuramente uno degli aspetti più
divertenti nel viaggiare in questo modo è quello di rincontrarsi
magari a giorni, settimane, mesi di distanza con ragazzi come te che
stanno affrontando un viaggio come il tuo, e che poco a poco
diventano la tua famiglia viaggiante, una famiglia fortificata
dall'aspetto comune di essere per tutti molto lontani da casa, e di
conseguenza uniti in questo stare lontano, una lontananza in grado di
accelerare e fortificare legami e sentimenti.
Una famiglia della quale hanno fatto
parte anche Francesco e Manuela, il primo un amico di Torino
incontrato grazie al destino in plaza de Armas a migliaia di km di
distanza da quella piazza Vittorio dove spesso e volentieri ci
vedevamo, e Manu la sua ragazza nonché compagna di viaggio
conosciuta in Brasile.
Dopo la felicità di aver incontrato un
tuo amico\concittadino dall'altra parte del mondo, e dopo aver assaporato anche la parte più autentica di Cusco, il quartiere di San Blas, possiamo essere soddisfatti della nostra esperienza Cusquena.
E' ora di rimetterci in moto, è ora di
macinare altri km, è ora di conoscere il nono stato dall'inizio del
nostro viaggio: BOLIVIA STIAMO ARRIVANDO!!