martedì 28 maggio 2013

Bariloche - Argentina



La regione dei 7 laghi, la città del cioccolato, patrimonio dell'Unesco.
Le premesse per un soggiorno lungo ed intenso c'erano tutte..                  
La partenza dei genitori di Ramona ci ha restuito il nostro compassato a suo modo frenetico al contempo delicato ritmo di viaggio. L'efficenza, l'organizzazione e la rapidità spesso si dimenticano del gusto e della dolcezza nell'assaporare città, paesaggi e persone. Un organizzazione peraltro impeccabile da parte del nostro angelo custode Andrea Simonetti, che dagli uffici torinesi di Seven World ha coordinato i 13 giorni in compagnia di Laura e Osvaldo con una professionalità ed eleganza degne di nota.


Bariloche l'abbiamo conosciuta nel suo cioccolato, l'abbiamo corteggiata in bicicletta pedalando tra i suoi laghi e i suoi monti e ce ne siamo innamorati sentendo l'odore dei suoi pini.
Io la ricordo così, sorridente e solare, la sua aria era un diamante silvestre in grado di far brillare le sue montagne ed i nostri occhi.
E Lungo i suoi laghi tra i suoi monti si strinse a poco a poco una comunicazione tra la mia anima e la sua terra; la tranquillità che provai nello scrivere per questo blog dinnanzi ad un paesaggio di cotanta magnificenza la ricordo ancora con un armonia che malinconicamente non ho più ritrovato.









(Luca Carpi sempre nel nostro cuore )


Imprescindibile a questa terra santa, l'ostello più caldo e accogliente incontrato durante il nostro viaggio, un accoglienza sicuramente facilitata dagli splendidi modi da fare di Silvia la recepsionista del 41 below.         
Questa ragazza tedesca sembrava un prolungamento di questa regione, i laghi turchesi erano racchiusi nei suoi splendidi occhi e i suoi denti bianchissimi, proprio come le punte delle montagne di bariloche, si scoprivano in un sorriso pieno e generoso che illuminava tutto l'ostello.
Grazie per tutto questo, Bariloche sarai sicuramente un posto dove i nostri occhi vorranno adagiarsi di nuovo, abbandonandosi ancora a tutta questa paradisiaca armonia.


venerdì 17 maggio 2013

Calafate - Perito Moreno - Argentina



La percezione di  essere atterrati  in una terra ai confini del mondo l’abbiamo avuta tutti appena arrivati a Calafate in Patagonia.
Guardando il paesaggio fuori dal finestrino del pulmino che ci portava dall’ aereoporto all' Hotel, siamo rimasti ammaliati nello scrutare l'infinito gelido del deserto arido che ci circondava, il susseguirsi di laghi turchesi e pianure sconfinate ci ha trasmesso  la senzazione di essere in un altro pianeta,  perche’ nulla di cio che stavamo guardando era simile a cio che avevamo mai  visto.
L’arrivo a Calafate fu il nostro atterraggio sul pianeta terra,  nello specifico in Svizzera,  le casette in legno, i Sanbernardi per strada, i ragazzi ben vestiti e i macchinoni in circolazione contrastavano non poco con la desolazione di queste terre selvagge. 


Ma il top di questo sfarzo fu il nostro albergo che torreggiava sulla citta’,nel quale l'immmensità della hall fece sentire me ed Erik piccolissimi.
Ma le sorprese non erano ancora finite perchè al momento dell'assegnazione della stanza, Erik con l'aria stupita mi fece notare che i m2 del bagno superavano quasi quelli della nostra casetta a Torino.  La prima tappa e’ il ghiacciaio Upsala, dopo due ore di pulmino,  una navigazione di altrettante due ore tra i fiordi patagonici, raggiungiamo a piedi “Le estancia Maria” dove ne aprofittiammo per sbranare un ottimo cordero, piatto tipico della zona. Con la pancia piena ci inoltriamo per un ora tra i sentieri di montagna in fuoristrada, dopo un viaggio epico conclusosi con 30 minuti di camminata finalmente arriviamo, la vista del nostro primo ghiacciao azzera la fatica del viaggio, pietrificandoci dinnanzi alla sua magnificenza! Putroppo la mezz'ora che ci viene data per contemplare un simile incanto non sembra essere sufficente.

















 
Il mattino seguente la sveglia e’ ricca di entusiasmo perche’ in giornata saremo andati a visitare una delle piu’ famose meraviglie naturali del mondo e anche una delle tappe fondamentali programmate all’inizio del nostro viaggio : il Ghiacciaio Perito Moreno.
 A differenza dell'Upsala nel quale la contemplazione è avvenuta da una posizione molto distante e rialzata, il Perito moreno grazie ad un funzionale sistema di passarelle ci peremtte di ammirarlo da molto vicino rendendo l'esperienza unica.
L'azzuro dei suoi ghiacci ci ipnotizza come api davanti al miele, le sue venature sono opere d'arte uniche ed irripetibili, i suoi rumori sono melodie delle quali non vorresti mai fare a meno. Il ghiacciaio in parte flottante sull’acqua e’ in continuo movimento, seguendo anche i cicli della terra con una media di quattro anni avanza fino ad essa per poi sgretolarsi e ritornare in dietro.









L’effetto visivo e sonoro e’ straordinario, si rimane incantati a tal punto da non sentire piu’ il freddo  nell’ ammirare gli immensi pezzi di ghiaggio che si staccano e sprofondono nell’acqua e nel sentire il continuo scricchiolare del ghiaccio che avanza,  la senzazione  che provai fu quella di trovarmi al cospetto di un enorme gigante vivente che col rumore del suo profondo respiro fu in grado di paralizzarmi  facendomi sentire minuscola ed impotente.


lunedì 13 maggio 2013

Cascate di Iguazù - Argentina


Il primo ricordo legato alle cascate di Iguazù è il penetrante odore di selva percepito appena usciti dall' aereo, esaltato dall' 80% di umidità.
Fuori dall'aereoporto appoggiato al mini van c'è la nostra guida : Rodrigo, uno strano incrocio tra Mr. Crocodile Dundee, un Richard Geere versione anni 80 con una leggera componente di Alfonso Signorini,sicuramente accentuata dagli aderentissimi pantaloni a semi-zampa. Nonostante le apparenze Mr.Richard Signorini  si rivelerà una persona molto professionale, simpatica, cortese e incredibilmente paziente.
Perchè diciamocelo, per sopportare la famiglia Volpe di pazienza ce ne vuole un bel pò; dal sedile posteriore ammiravo con compassione stupefatta le espressioni di stupore e interesse che Rodrigo riusciva a manifestare nell'ascoltare  per la terza volta il medesimo ed intramontabile monologo di mio padre su ulivi, bici o quanto e meglio in Italia e furgoni.

Un piccolo inconveniente all'arrivo in albergo, costringe me ed Erik a condivedere la stanza con i miei genitori sistemandoci sul loro divano,facendomi rivevere gli infernali ricordi delle mie vacanze adolescenziali, per fortuna dalla mia parte oggi a differenza di ieri ho lo xanax. Forse l'unico indifeso della situazione è Erik che si ritrova con  una fidanzata fusa dagli psicofarmaci, una suocera euforica e e un suocero determinato nei suoi interminabili monologhi su "la vita secondo Osvaldo".
Comunque... La nostra avventura alla scoperta delle cascate Iguazù inizia dal versante Brasiliano il quale non mostra la parte migliore delle cascate,ma sicuramente la più organizzata. Organizzazione manifestata con un suggestivo volo in elicottero sopra le cascate. Nel pomeriggio per soddisfare la gioia edile di papà siamo andati a visitare la diga di Maipù la più grande al mondo.Nonostante l'imponenza dell'opera la testa di Erik è all'attesissimo ottavo di finale di champions leauge contro il Celtic di Glasgow.






Il giorno seguente è toccato al versante Argentino sicuramente più affascinante di quello brasiliano, dove la potenza e l'energia  sprigionate dalla garganta del diablo sono riuscite a colpirci come un fiume in piena provocando in noi una sorta di riverenza nei confronti di cotanta potenza. Sudditanza accompagnata da uno dei più violenti temporali di sempre, in grado persino di bagnarci fin dentro le ossa.






Nel pomeriggio non contenti delle secchiellate d'acqua prese al mattino,  abbiamo fatto una delle escursioni più divertenti del viaggio, sfidando in gommone l'impeto di una forza così dirompente, passando sotto le cascate minori di Iguazù.