Sicuramente lasciamo uno
degli stati più arretrati e poveri del sud America.
Dopo aver tracorso quasi
un mese in questo splendido paese possiamo assicurarvi che la povertà nel senso
più buio del termine, quella condizione così degradante da riuscire ad
infestare il cuore e l'anima, quello stato di fatto che si é costretti a subire
per qualche strano scherzo del destino noi non l'abbiamo mai percepita.
Certo, aver viaggiato nei
circuiti turistici dell'Ecuador ci ha inevitabilmente allontanato per quanto
possibile dalla miseria più dura e difficile. Nonostante questo dato di fatto,
rimaniamo nella convinzione che questa mancata percezione sia stata dovuta
dall'orgoglio ecuadoriano.
Un orgoglio che si
manifesta, ai limiti del commovente in un attaccamento feroce per le proprie
origini e tradizioni; una popolazione che ha deciso di combattere la scarsità
di infrastutture attraverso un mondo denso di colori e sorrisi, guardando al
futuro con gli occhi degli splendidi bambini che popolano le sue montagne, e
che rappresentano in sostanza la sua più concreta speranza.
Vivere l'Ecuador significa
abbandonarsi in questo limbo temporale così distante dal mondo veloce e
globalizzato dal qual veniamo. In una società nella quale la parola tradizione
risuona come un sinonimo di arretratezza, perdersi nei vostri colori e nelle
vostre più profonde tradizioni è stato per noi un onore.
Purtroppo questa sera
abbiamo un appuntamento a Buenos Aires, al quale non possiamo assolutamente
mancare.
Adios Ecuador
Un pensiero ricorre più degli altri in
questo momento, uno solo cosí forte ed intenso da monopolizzare la mia
testa.
Tra
poche ore rivedrò una delle mie piú care amiche, trasferitasi 2 anni or sono a
Buenos Aires per amore.
Chi é? (La sua inconfondibile e stridula
voce riecheggia al di là della porta)
Noi!!
Già quì!!
Ad aprirmi è sempre lei, forse un pò più
magra e sicuramente più alta, ma sempre lei, la bambina con la quale
trascorrevo intere giornate a scherzare al di là di un muretto in mattoni;
discussioni interminabili interrotte solo dalle urla delle nostre madri.
Discorsi
che sono stati le fondamenta di una delle più belle ed emozionanti amicizie che
io abbia tutt'ora. Nonostante la mia stupidità l'abbia messa a dura prova, gli
occhi di Luisa non smetteranno mai di toccare quelle corde che solo un amicizia
profonda sà muovere con dolcezza.
Accanto a lei c'è Diego, il suo fidanzato,
intento a cucinare una meravigliosa parrilla secondo la più classica tradizione argentina.
I suoi pacati e dolci modi di
fare riescono subito a mettere a nostro agio sia me che Ramona, il suo sorriso
lascia trasparire una bontà ed una pazienza ai limiti della santità, elementi
necessari ed imprescindibili per sopportare la mia vicina di casa.
Non ci mette molto ad arrivare anche Annaclara, mamma di Luisa, che come
un uragano porta con sè una ventata di allegria e simpatia, caratteristiche
tipiche della sua persona.
. È stato meraviglioso
riuscire a sentirsi a casa sebbene così distanti, una distanza annullata dalle
risate di Lulù, dall'energia di Annaclara e dalla gentilezza di Diego.
Che belle parole, siete proprio dei viaggiatori col cuore in mano: ciò che vedete e sentite lo trasformate in ricchezza personale, e per di più la trasmettete anche a chi vi legge...
RispondiEliminaChe emozione deve essere stato ritrovare una vecchia amicizia al di là del mondo!
Complimenti ancora e grazie! Gallo Paolo
grazie per le belle parole, sapere di avere deio lettori dall'altra parte del mondo e' sicuramente un'incentivo notevole.
RispondiEliminaSono io che devo ringraziare voi: mi fate viaggiare in prima classe e gratis, cosa si vuole di più dalla vita? Neanche i libri di geografia danno così tanto in così piccolo...Buon proseguimento! GP
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