venerdì 28 dicembre 2012

Panama City

Dopo aver passato quasi un'intera giornata a viaggiare in pullman per le montagne panamensi, giungiamo finalmente nella capitale Panama City.Una città per la quale sia io che Ramona abbiamo riposto numerose aspettative.
Come 2 paguri che si portano appresso la propria casa, giriamo per le incantate vie di Casco Vejo, il quartiere storico della città, alla ricerca di una degna sistemazione.
Probabilmente troppo stanchi e accaldati per essere lucidi prendiamo la stanza piú economica del barrio, un quadrato di cemento con un bagno pericolosamente fatiscente.
Tra la sporcizia dilagante e i buchi nel soffitto facciamo la conoscenza  di Sara e David una simpatica quanto bizzarra coppia di artigiani, che attraverso la fabbricazione di borse in cuoio, cercano di spostarsi per il Sud America.
Lei un peperino di livornese, non impiega molto tempo a prendere la confidenza necessaria per lamentarsi dell'utopicità dei pensieri di David. Con il tipico fervore toscano e con un velo di tristezza negli occhi per la costante paura di perderlo, Sara mostra tutto il suo disappunto per essere costretta a mantenere David da oltre 4 mesi.
 Lui un ecuadoreno che fino a poco tempo prima si guadagnava la pagnotta nelle piazze dell'Ecuador facendo figure con i palloncini, lamenta una continua sofferenza nei confronti di un sistema che lo costringe ad essere schiavo del lavoro e dei soldi ( di Sara, come attentamente puntualizza lei!!!). La sua libertá gli impedisce fisicamente di trovarsi un lavoro stabile, che lo porterebbe ad una condizione irreversibile di schiavitù.
Evitando di voler far da giudice, a favore di una delle due opposte concezioni di vita, le loro continue discussioni hanno animato il nostro soggiorno all' Hospedaje Casco Vejo; stimolando in noi piacevoli e simpatiche riflessioni sui possibili futuri per questa apparentemente incompatibile coppia.
Parlando di Casco non si puó prescindere dal raccontare la sua storia e il profondo cambiamento subito negli ultimi anni.
Da quando è stato nominato nel 2003 patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco, uno dei quartieri più malfamati e degradati di Panama ha cominciato una lenta ed inarrestabile riqualificazione, che lo ha portato a diventare il fiore all'occhiello dell città. I segni della crescita sono ancora visibili, squadre di operai e poliziotti lavorano giorno e notte nel cercare di ricreare un angolo di Svizzera a Panama.
Passaeggiando per le sue vie non si può non restare affascinati da questa evoluzione, il contrasto tra gli edifici perfettamente restaurati e gli scheletri delle vecchie e scrostate case coloniali, tenute in piedi dai tiranti, ricorda alcuni scorci dell'Havana.
Il primo interrogativo sorge spontaneo, dove sono finiti i vecchi abitanti di Casco?
Quali e quanti diritti ha dovuto calpestare il governo panamense, per smantellare un intero quartiere in nome del patrimonio dell'umanitá?
Dopo aver passato quasi un'intera giornata a viaggiare in pullman per le montagne panamensi, giungiamo finalmente nella capitale Panama City.Una città per la quale sia io che Ramona abbiamo riposto numerose aspettative.
Come 2 paguri che si portano appresso la propria casa, giriamo per le incantate vie di Casco Vejo, il quartiere storico della città, alla ricerca di una degna sistemazione.
Probabilmente troppo stanchi e accaldati per essere lucidi prendiamo la stanza piú economica del barrio, un quadrato di cemento con un bagno pericolosamente fatiscente.
Tra la sporcizia dilagante e i buchi nel soffitto facciamo la conoscenza  di Sara e David una simpatica quanto bizzarra coppia di artigiani, che attraverso la fabbricazione di borse in cuoio, cercano di spostarsi per il Sud America.
Lei un peperino di livornese, non impiega molto tempo a prendere la confidenza necessaria per lamentarsi dell'utopicità dei pensieri di David. Con il tipico fervore toscano e con un velo di tristezza negli occhi per la costante paura di perderlo, Sara mostra tutto il suo disappunto per essere costretta a mantenere David da oltre 4 mesi.
 Lui un ecuadoreno che fino a poco tempo prima si guadagnava la pagnotta nelle piazze dell'Ecuador facendo figure con i palloncini, lamenta una continua sofferenza nei confronti di un sistema che lo costringe ad essere schiavo del lavoro e dei soldi ( di Sara, come attentamente puntualizza lei!!!). La sua libertá gli impedisce fisicamente di trovarsi un lavoro stabile, che lo porterebbe ad una condizione irreversibile di schiavitù.
Evitando di voler far da giudice, a favore di una delle due opposte concezioni di vita, le loro continue discussioni hanno animato il nostro soggiorno all' Hospedaje Casco Vejo; stimolando in noi piacevoli e simpatiche riflessioni sui possibili futuri per questa apparentemente incompatibile coppia.
Parlando di Casco non si puó prescindere dal raccontare la sua storia e il profondo cambiamento subito negli ultimi anni.
Da quando è stato nominato nel 2003 patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco, uno dei quartieri più malfamati e degradati di Panama ha cominciato una lenta ed inarrestabile riqualificazione, che lo ha portato a diventare il fiore all'occhiello dell città. I segni della crescita sono ancora visibili, squadre di operai e poliziotti lavorano giorno e notte nel cercare di ricreare un angolo di Svizzera a Panama.
Passaeggiando per le sue vie non si può non restare affascinati da questa evoluzione, il contrasto tra gli edifici perfettamente restaurati e gli scheletri delle vecchie e scrostate case coloniali, tenute in piedi dai tiranti, ricorda alcuni scorci dell'Havana.
Il primo interrogativo sorge spontaneo, dove sono finiti i vecchi abitanti di Casco?
Quali e quanti diritti ha dovuto calpestare il governo panamense, per smantellare un intero quartiere in nome del patrimonio dell'umanitá?
Nonostante tutte queste domande, il paesaggio che si può ammirare da Casco è da lasciare senza fiato!!Davanti a noi una baia separa la parte nuova della città, formata prevalentemente da scintillanti grattacieli. Increduli nel vedere un tale contarsto urbano all'interno della stessa città, non proferiamo verbo godendoci intensamente il panorama davanti ai nostri occhi.



Nonostante tutte queste domande, il paesaggio che si può ammirare da Casco è da lasciare senza fiato!!Davanti a noi una baia separa la parte nuova della città, formata prevalentemente da scintillanti grattacieli. Increduli nel vedere un tale contarsto urbano all'interno della stessa città,                  godendoci intensamente il panorama davanti ai nostri occhi.


Purtroppo la vicinanza della nostra stanza alla fatiscente cucina comune, ci costringe ad alzarci prima di quanto avremmo desiderato. Sebbene la giornata sia iniziata malissimo, ascoltando la voce stridula di un insopportabile argentina mescolata ai maldestri tentativi di David di suonare la chitarra, la voglia di andare a visitare una delle opere ingegneristiche più strabilianti del mondo ci entusiasma; facendoci dimenticare la stanchezza.
Giunti alle chiuse di Miraflores rimaniamo sbalorditi dall'incredibile storia che vi è alle spalle della costruzione del canale di Panama.
I lavori iniziati ad opera dei francesi più di cento anni fa, presentarono oltre alle varie difficoltà oggettive di costruzione, imprevisti quali la malaria e la febbre gialla che decimarono letteralmente le squadre di lavoro francesi, obbligandoli qualche anno più tardi ad abbandonare il progetto in favore degli americani. I quali facendo tesoro del fallimento francese terminarono l'opera nel 1914.
La costruzione del canale da parte degli americani fu un'arma a doppio taglio per il governo panamense, il quale dovette subire un'ingerenza ai limiti dell'invasione da parte del governo americano per oltre ottant'anni, fino a quando verso gli anni '90 il controllo della struttura non passò interamente nelle mani di Panama.
Per rendere l'idea dell'importanza commerciale che il canale riveste a livello mondiale,credo che sia utile ricordare che ogni anno vi transitano circa 15000 imbarcazioni, e in tutto il mondo le navi vengono costruite in base alle dimensioni delle sue chiuse; e la tariffa media di ogni passaggio si aggira intorno ai 33.000 dollari.
Sicuramente aver avuto la possibiità di poter ammirare il passaggio di una nave container, restando affascinati dall'ingegnoso sistema di abbassamento e di innalzamento dell'acqua nelle vasche del canale è stata l'esperienza piú significativa della nostra visita a Panama.


 Quella che dalla lontananza di casco sembrava essere una nuova Miami, da vicino si è rivelata un centro caotico e mal costruito, l'assenza di marciapidi, le orribili costruzioni e l'asordante e continuo rumore dei clacson ci ha costretto ad abbandonare rapidamente la parte nuova della città. 
La citta' che ha prima impressione ci era sembrata un luogo dove poter vivere si è rivelata l'ennesima metropoli affollata e pericolosa del centro america.
Ricevere l'avvertimento, di un giovane studente alle 5 del pomeriggio, di diffidare dai taxisti perchè per la maggiorparte sono delinquenti che non aspettano altro di rapinarti, invitandoci calorosamente a ritornare nel nostro ostello prima che il sole abbandoni il quartiere è un concetto distante anni luce dalla nostra concezione di quieto vivere. Essere ghettizzati nell'unico quartiere dove le forze dell'ordine superano la gente per strada non è la massima espressione di libertà.
Il giorno seguente, dopo aver preso la decisione di lasciare Panama per raggiungere la Colombia in barca, iniziamo ad informarci presso gli ostelli della città sulle varie imbarcazioni charter che effettuano questo servizio e sulla loro relativa disponibilità ed affidabilità. Alla fine, dopo una scrupolosa analisi, la braca prescelta è Buonvento un catamarano di 13 mt capitanato da un brianzolon con 30anni di esperienza per mare.
Grazie alla classica testardaggiane e caparbietà tipica di un vera piemontese, Ramona inizia una battaglia personale nei confronti della receptionista del nostro ostello, ostinata a non pagare i 50 dollari richiesti come mediazione per metterci in contatto con il capitano della barca, e dando fondo a tutte le sue conoscenze informatiche, il mio piccolo pitbull di Ciriè riesce a mettersi direttamenete in contatto con Edoardo il capitano della barca eludendo la ferrea sorveglianza della receptionista.
Aspettando l'imbarco della mattina seguente, ci godiamo l'ultimo pomeriggio a  Panama, gironzolando per l'affascinante e affolatissimo mercato del pesce e terminando la giornata con una romantica passeggiata sulla Causaway: una bellissima strada rialzata, fiancheggiata da palme, che collega 4 isolotti con la terraferma; un luogo ideale per scappare dal frastuono della città.





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