Ad attenderci troviamo un distinto uomo sulla sessantina, dall'aria giovanile con uno splendido paio di baffi ben curati e un invidiabile abbronzatura.
Ad accompagnarlo il suo marinaio Uerley, un esile ragazzo colombiano al quale daresti 20 anni, dai grandi occhi neri e una splendida risata contagiosa.
Dopo aver ascoltato in religioso silenzio il programma di navigazione ,consistente in 4 notti e 5 giorni attraverso le incantevoli isole di San Blas, proseguendo con 30 ore di navigazione in mare aperto per raggiungere Cartagena, facciamo la conoscenza di una parte dell'equipaggio: Tayaln e Alba provenienti dall'Australia, un'altra coppia formata da un inglese Dave e una tedesca Lavinia con origini italiane,e Martin un ragazzo tedesco.
Conquistati sia dagli spigliati modi di fare del capitano che dalle buone impressioni trasmesse dagli altri passeggeri, decidiamo di imbarcarci il giorno seguente su Buon vento, con la speranza di poter riassaporare la tanto amata cucina italiana.
Una eccitazione latente anima i nostri corpi, da li a un'ora saliremo a bordo di uno splendido catamarano, perdendoci tra le celesti acque di San Blas.
Nell'attesa di raggiungere Porto Lindo, famosa per il suo Cristo nero, nonchè metà necessaria per appore il timbro di uscita da Panama e dal centro america, rimaniamo amkmaliati dai racconti colmi di vita e ardore del nostro capitano.
Simile ad un personaggio di Jack London, Edoardo ci racconta della sue esperienze per mare, delle innumerevoli donne che lo hanno accompagnato e della passione e della libertá che il mare è riuscito a donargli.
Arrivati a poche centinaia di metri dalla casa galleggiante che ci ospiterà per i prossimi cinque giorni, facciamo la conoscenza dell'intero equipaggio.Il primo a presentarsi è un bellissimo ragazzo canadese, dai lunghi capelli biondi simili a quelli di un angelo, accompagnati da gelidi occhi color ghiaccio che gli conferiscono un'aria quasi spettrale. Affascinato dalla vitalità Colombiana e dalle sue splendide ragazze, Lukas ha deciso di trasferirsi a Baranquilla, la città natale di Shakira, guadagnadosi da vivere come insegnante di inglese.
A lui sussegue Bobby, un ragazzo educatissimo dai duri e tipici tratti inglesi, con una leggera somiglianza all'eroe western John Wayne.
Dopo Bobby è il turno di Alexandra, un'insegnante di spagnolo danese.I suoi lunghi capelli rossi fanno da cornice ad una ragazza timida e composta, la cui incredibile pacatezza non la fa sembrare di quest'epoca.
E poi infine c'è lei Lara Hauser, una ventenne svizzera dalla voce acuta e lamentosa, sicuramente la star del viaggio. Definita dal capitano, citando testuali parole: " sembra una Sandra Milo dei giorni nostri, non capisci bene se ci è o ci fá".
Prima di Lara arriva la sua valigia, piú o meno delle stesse dimensioni del catamarano, che le costerà affettuose battute per la durata dell'intero viaggio.
Guardando la sua infatile spensieratezza ci si domanda increduli di come sia riuscita una ragazza così esile e apparentemente svampita, a viaggiare per tutto il centro america con un bagaglio di quel peso e di quelle dimensioni.
Con il vento tra i capelli siamo pronti ad affrontare le 5 ore di navigazione che ci separano dalle tanto desiderate San Blas. Tra un gin tonic, qualche oliva, e interessanti disquisizioni con Edoardo sulla popolazione indigena locale, i Kuna e della loro relativa indipendenza dal governo panamense, il viaggio scorre fluido e piacevole.
Le olive non avevano fatto minimamente presagire ció che avremmo mangiato qualche ora dopo, un trionfo di linguine ai frutti di mare si presenta davanti ai nostri corpi affamati, lasciando atteriti persino gli inglesi.Il sapore tipico della cucina italiana pervade il nostro palato, riscaldando i nostri cuori.
Che meraviglia godersi il caffè dopo una cena del genere, che estasi sorseggiare rhum Abuelo sotto un oceano di stelle, dondolati dal dolce cullare del mare.
In un tripudio di sensi andiamo a rifugiarci nella nostra accogliente cabina, cadendo rapidamente tra le affettuose braccia di Morfeo.
Davanti a noi una miriade di isolette di corallo dai ciuffi di palme, si levano dal mare turchese, facendo divampare in tutti noi un irrefrenabile desiderio di tuffarcisi dentro.
Per quante parole io possa conoscere, non riuscirò mai a trasmettervi le emozioni provate nell'ammirare la varietà di pesci che popolano una delle più belle e colorate barriere coralline del mondo.
Per mia fortuna ad aiutarmi ci sono le fotografie, ma anch'esse per quanto possano riprodurre alla perfezione le tonalità del mare di San Blas, non riusciranno mai ad infondervi quella percezione di isolamento e di pace che abbiamo provato nei due giorni passati qui.
Al momento di lasciare il paradiso nè io nè Ramona ci saremmo aspettati di ritrovarci cosí rapidamente all'inferno. Se per 2 giorni, l'idea di poter condurre una vita in mare ha cullato i nostri pensieri, le 30 ore di navigazione initerrotte in mare aperto hanno leggermente modificato i miei sogni. Trenta ore di mal di stomco, nausea, vomito e testa pesante hanno devastato i nostri corpi.
Le miracolose pillole, gelosamente custodite da Ramona nulla hanno potuto contro la potenza degli alisei e dell'oceano. Magra consolazione è stata quella di veder abboccare all'amo la nostra ultima cena: come antipasto due splendidi tonni, e a seguire un meraviglioso dorado di un verde intenso e luccicante.
In ogni caso questa resterà un'esperienza unica.
Come dimenticarsi della sensazione provata nel vedere l'immagine sfumata della terra colombiana farsi sempre piú nitida con l'avanzare della navigazione.
Come poter non ripensare alle conversazioni intime, ai limiti dell'esistenziale con il nostro capitano.
Come non stupirsi nell'apprendere che Uerley quasi trentenne è padre di due figli.
Come non restare sconcertati nell'apprendere dallo stesso Uerley, i meccanismi gerarchici di anzianità dei Kuna, e del relativo quanto legittimo potere da parte degli anziani di dedicare alle proprie figlie e nipoti un affetto che va' al di la di quello del buon padre di famiglia. Ricordandosi con stupore di non aver frainteso come un'errore di traduzione un dialogo avvenuto qualche giorno prima tra Ramona e un vecchio kuna. L'indigeno rispondendo ad una domanda riguardo il numero della sua prole disse con la più totale noncuranza di possedere 9 figli, più i figli avute dalla sue figlie.
Pur consci di non avere gli strumenti necessari per poter giudicare lo stile di vita di questi indigeni, le nostre menti formate dalla cultura occidentale non potranno mai elasticizzarsi al punto di poter comprendere e accettare l'incomprensibile.
Nonostante questa breve parentesi, la barca con il suo romanticismo e la sua relativa convivenza forzata è stata un piacevole catalizzatore di emozioni e di legami.
Dopo solo 5 giorni abbiamo sinceramente provato un affetto e un'amicizia che molte volte non si riescono a coltivare in anni di frequentazioni. La stima e la vicinanza che ci hanno legato ad alcuni di loro spero possano essere in un futuro un buon prestesto per ricontrarci.
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