domenica 30 giugno 2013

Santiago il ritorno.... Cile


Lo sportello dell'aereo si chiude, mi assale una sensazione di soffocamento. 
Il paesaggio fuori è arido come il mio umore. A due centimerti da me c'è Erik anche se la distanza percepita pare chilometrica.
Dopo sei mesi di libertà il nostro primo grande ostacolo ci tronca le gambe lasciandoci soli.
La paura è perfida e non viaggia mai da sola, si porta appresso tutto il bagaglio di una vita. Il mio cuore va a destra mentre il mio corpo a sinistra e i miei pensieri mi portano a fondo: il dispiacere di aver fatto preoccupare la mamma, il debito creato nel chiederle aiuto, gli obbiettivi che non raggiungerò, l'impotenza di fronte l'aggrassione, il dispiacere negli occhi di Erik. La mia mente cerca di consolarmi riportandomi indietro immedesimandomi in una kill Bill che sventra l'agressore, ma la realtà riaffiora sempre facendomi sentire una babbiona...
Usciti dall'aereoporto i 4 dollari rimasti in tasca a Erik servono giusto per comprare il ticket della metro che ci porta direttamente sul divano/letto dei nostri due angeli custodi, Claudio e Nicoletta.
A loro vanno di nuovo i nostri ringraziamenti per averci trattati come amici.
I tempi d'attesa del passaporto di Erik, delle mie e sue carte di credito sono lunghi, così con l'aiuto di Nicoletta riusciamo ad affittare un appartamento nello stesso stabile, al 14esimo piano di un grattacielo nell'elegante quartiere Providencia, Il quale risulta stranammente più economico di un ostello!





Senza soldi da spendere come due topolini in gabbia io ed Erik troviamo solo modi per scontrarci e  vedere riflessa sul viso dell'altro la propria frustrazione.
Così ci ritroviamo catapultati in una stanza buia, barcollando, cercando di riaccendere la luce.
I nostri angeli custodi devono aver avuto pena di noi e cosi ci hanno inviato come nella favola di Mary Poppins un raggio di sole a suonare alla nostra porta.
Quale raggio di sole è più luminoso se non quello di Napoli? Il nostro ospite è Edgardo conosciuto un mese prima in Patagonia, il quale con un percorso differente ci ha raggiunti in Santiago.
La settimana successiva scorre giorno per giorno sempre più serena, il nostro amico napoletano non solo ci coccola con il sorriso ma ci prende anche per la gola, cucinandoci paste favolose da mesi sognate, così il tempo scorre tra serate energetiche tra un locale e l'altro, passeggiate culturali per il centro città, unioni spirituali marchiate visivamente dal primo piercing per Erik ed Edgardo, risate fino a far venir mal di pancia in compagnia di Nico e Cla a giocare "Al papelito".























Una su tutte indimenticabile, nella quale le paure, i rancori e le inibizioni  di quest'ultimo periodo sono state piacevolmente annegate tra bottiglie di vino rosso e chupiti di tequila, "una notte da leoni" passata a parlare con i travestiti della zona completamente ubriachi, seguendo con un assurdo tentativo di far salire un cane randagio su un taxi, per finire in bellezza ritinteggiando di vino rosso le scolorite pareti del bagno con una vomitata degna della bambina di The Ring e con il relativo riavvicinamento di Erik nel ripulire un disastro atroce, con movenze decisamente barcollanti sicuramente più tenere che efficaci..



La presenza di Ed ha permesso a me ed Erik di allentare la corda che ci stringeva, lasciandoci il tempo di stare da soli rinvigorendo quello passato assieme.
E in un batter di ciglio le carte e il passaporto sono arrivati ed è ora di salutarci.
Quando scendo dal taxi per salutare il mio nuovo amico mi sento piacevolmente emozionata e nel nostro abbraccio di addio sento un profondo calore che sò non andrà più via.
Vedendolo rimpicciolire dal finestrino gli invio tutto il mio amore e la mia gratitudine per aver riacceso la luce nel mio cammino ed essere riuscito dove io non nutrivo più speranze: scacciare via il dispiacere dagli occhi del mio tanto amato compagno.


lunedì 24 giugno 2013

Non c'e' due senza tre anche quando si parla di rapine... Calama - Cile


Dopo 16 ore di pullman lo intravediamo, stiamo attraversando il primo deserto visto dall'inizio del nostro viaggio, terre lunari ed isolate, difficili ed estreme nelle quali l'acqua e qualsiasi altro bene assumono un significato più prezioso ed unico. Sabbia e rocce intervallate da miniere di rame e salnitro. Una terra nuda senza un filo d'erba, terre mute ed imperturbabili ci mettono in una posizione di soggezione e reverenza dall'alto delle comode poltrone del nostro pullman. Stiamo vivendo e attraversando il deserto più arido del mondo, la curiosità è palpabile e l'eccitazione allevia la notte passata in bianco.
Scendiamo a Calama a circa un'ora da San pedro de Atacama, giusto il tempo di prendere un caffè, aspettare l'autobus e di farci rubare il nostro zaino con dentro il mio passaporto e le uniche carte di credito rimaste.
Io: esco un secondo a dare da mangiare al cane, controlli gli zaini?
Ramona:si!
Sconosciuto numero 1: questa sedia è libera?
Ramona: certo!
Sconosciuto numero 2: sradica lo zaino dalle gambe di Ramona!!
Ramona: ERIKKKKK!!!!!lo zaino!!!!!
Inutile la corsa fuori dal terminal, inutile capire di essere rimasti con 4 dollari in mezzo al deserto senza documenti e carte di credito, inutile dirvi che questo giorno lo ricorderemo come il più amaro del nostro viaggio.         Il mio diario personale, i miei ricordi, i miei appunti, i timbri sul passaporto, tutto svanito.. Questa rapina mi ha colpito nel cuore, mi ha strappato oggetti materiali intrisi di ricordi ed emozioni, mi ha tolto l'unicità di parole scritte in momenti unici ed irripetibili, hanno rubato una parte di me è questa è stata la sofferenza più grande. Riprendiamo l'ennesimo e sfibrante percorso con una burocrazia apparentemente interminabile, andiamo incontro alla difficoltà materiale di sopravvivere senza soldi e documenti, con la necessità di un immediato ritorno a Santiago per un nuovo passaporto.
In questa desolazione desertica ed emotiva rendiamo un grazie sincero, profondo, vivo,  alla polizia cilena e alla proprietaria dell'ostello che ha deciso di ospitarci come figli dandoci un posto dove dormire e del cibo da mangiare, ricevendo in contropartita solo la nostra riconoscenza.

(ridi pure che tanto in 5 minuti ti rapinano....)





domenica 23 giugno 2013

Valparaiso e La Serena - Cile

Valparaiso per gli amici Valpo è vicinissima a Santiago, separate solo dalle irsute montagne cilene. Tuttavia un che di indefinibile distingue queste due città. La prima veste un incantevole vestito turchese, un colore dato dal suo mare; la seconda sfoggia un elegantissima collana composta dalle perle delle montagne andine tra le quali è racchiusa.

L'anima di Valparaiso è forte, concreta, colorata e ribelle, una ribellione che trova il sua più alta espressione nell'infinitá delle sue scale.Scale che partono dal basso e dall'alto, che si contorcono e si arrampicano, che si assottigliano come capelli, girando su loro stesse, precipitando e allungandosi dando l'impressione di un moto senza fine e senza tempo.
Neruda scrisse: " se camminassimo tutte le scale di Valparaiso avremmo fatto il giro del mondo."
Per evitare un estenuante giro del mondo, usufriamo divertiti degli storici ascensori a contrappeso che animano questa cittá, piccole e magiche stanze di legno che si inerpicano faticosamente tra le colline e i murales di Valpo, conferendole un sorta di romanticismo intenso e malinconico.















Lasciamo forse la principale anima del Cile per la sbiadita La Serena, una tappa intermedia per la nostra metá finale: San pedro de atacama.
La serena non possiede neanche una briciola dell magia e della storia di Valparaiso, i due giorni trascorsi in questa tranquilla cittadina di mare sono stati piatti e incolore.  Una monotonia alleviata dalla giornata passata in spiaggia, giocando con le conchiglie cilene, bianche come la spuma del mare. Un pó di pepe a questo soggiorno é stato sicuramente l'errore sulla data di partenza del nostro pullman, che ha fatto sí che ci presentassimo puntuali alle 11 di sera al terminal, e dopo aver chiesto delucidazioni riguardo all'inappropriata occupazione dei nostri posti, abbiamo ricevuto la cortese risposta che la nostra puntualitá era eccesiva, eravamo saliti sul pullman del giorno prima....