"Quando giunsi a Santiago nel marzo del '21, per entrare all'università, la capitale Cilena non aveva più di 500 mila abitanti. Sapeva di gas e caffè. Migliaia di case erano occupate da gente sconosciuta e da cimici. Il trasporto per le strade era svolto da piccoli e sgangherati tram, che si muovevano a fatica e con grande fracasso di ferraglia e campanelli."
Pablo Neruda, da "Confesso che ho vissuto".Santiago in quasi cent'anni è cresciuta, maturata, gli abitanti sono diventati milioni, l'odore di gas e caffè è stato sostituito dall'energia vibrante di migliaia di studenti, gli sgangherati tram hanno lasciato il posto ad una delle reti metropolitane più efficenti del sud America. Sinceramente ci aspettavamo una città, che non fosse così distante dalla descrizione che Neruda fece nel suo libro, Santiago è stata per noi una piacevole scoperta, ricca di storia, di edifici coloniali impreziosita da raffinati locali alla moda ed imponenti centri commerciali.
La scoperta di questa metropoli inizia dal suo centro storico, ampi viali maestose piazze ed un flusso continuo di gente riempe i nostri occhi fino a colmarli. Iridi rimasti incantati dai famosissimi 'caffè de piernas', negozi destinati alla sola vendita di prodotti di caffetteria, nei quali formose ragazze locali strette nei loro eufisticamente succinti abiti, servono caffè a uomini d'affari seri ed imperturbabili racchiusi nelle loro elganti corazze.
Ah che delizia poter ammirare un tale spaccato della cultura cilena sorseggiando uno squisito caffè, al pari delle forme dei fiordi patagonici, sono rimasto ammaliato dalle diverse ma al contempo sinuose e giunoniche forme di queste simpatiche ragazze semi-nude, sicuramente quest'ultimo elemento lo ritengo abbastanza fondamentale e connesso al profumato aroma del miglior caffè provato in sud America.
Sono sicuro, che se questa usanza venisse trapiantata nel nostro paese, le già sacre pause caffè subirebbero un incremento spaventoso.
Con la stessa difficoltà con la quale due genitori potrebbero incontrare nel far abbandonare DisneyWorld ai loro figli, Ramona mi trascina lettteralmente fuori da questi velati e pittoreschi luoghi di perdizione.
Il giorno seguente, con un inspiegabile voglia di caffè, ci lanciamo allo scoperta del quartiere universitario, uno dei cuori pulsanti della capitale, orde di studenti affollano le strade, riempiendo i parchi e i dehoor dei locali, conferendoci un energia postiva e coinvolgente.
Dopo tutto questo trambusto necessitiamo di una bella passeggiata al Cerro San Cristobal, uno dei tanti polmoni della città. In un clima idilliaco percorriamo i viali alberati di questo gigantesco parco in compagnia di famiglie, ciclisti ed innamorati.In un parossissimo d'amore tra una fotografia e l'altra i miei sopiti sensi di ragno si attivano, stiamo incrociando una delle più brutte facce viste in cile, una cicatrice verticale lunga quanto il viso mi osserva e mi sorride con una malizia che non ha nulla a che vedere con la cordialità. Non facciamo in tempo a voltare le spalle all'uomo dai due sorrisi che mi ritrovo una pistola adagiata sul mio stomaco, la situazione pur non avendo bisogno di parole mi sta dicendo che sarebbe gradita una generosa donazione: zaino e macchina foto , prego!!!!
La mia dolce metà conscia dell'irrepetibile occasione di potermi eliminare decide di cercare di riafferare lo zaino nonostante la pistola non si sia mossa dal mio stomaco.
Con i sudori freddi e il cuore momentaneamente in gola:
CHE CAZZO STAI FACENDO, HA UNA PISTOLA!!!
Ramona: OH MIO DIO NON L'AVEVO VISTA!!!
beh fortunatamente non avevamo niente di valore!!
15 minuti dopo...
Erik avevo il passaporto e le carte di credito.
Con questa frase iniziò il nostro lento peregrinare tra la burocrazia cilena, tra una constancia e una denuncia riusciamo dopo una settimana ad ottenere il nuovo passaporto di Ramona; settimana passata a consolarmi tra una cerveca e l'altra tra i bar del nostro quartiere bohemien.
Memorabile la sera nella quale uscendo dissi a Ramona: esco a comprare due birre e torno, un ritorno avvenuto molto ore dopo per l'esatezza alle tre di notte completamente ubriaco dopo essermi perso come un vagabondo per le strade di Santiago con una bottiglia di vino bianco tra le mani. Serate zingare nelle quali le conversazioni e i locali visitati si sovrappongono pericolosamente, i pochi e frammentati ricordi non riescono a dare un senso alle ore trascorse, i buchi temporali sono tanti ed inspiegabili, al contrario della collera di Ramona tanta e spiegabile.
La frattura sembra vicina, fortunatamente a soccorrermi arriva la disattenzione della mia fidanzata, manifestata nello smarrimento al supermercato della nostra unica e sopravvissuta carta di credito. In una corsa surreale e affaticata dai postumi alcolici, giungiamo nel luogo dell'apparente tragedia, e con la fortuna che ci è venuta a mancare a San Cristobal, ritroviamo la nostra unica fonte di sostentamento.
Proprio il senso di colpa e lo spavento comune, riuscirono miracolosamente ad accellerare e rinsaldare un' imminente frattura che avrebbe necessitato di molti giorni per essere smaltita.
Ad alleviare questa "prigionia forzata" la inaspettata conoscenza di Claudio e Nicoletta. Quale migliore occasione di conoscere questa splendida coppia piemontese, mangiando la migliore pizza incontrata dall'inizio del nostro viaggio. Tra un tocco di mozzarella di bufala e un acciuga, conosciamo questi due giovani informatici, che con una maturità ed un equilibrio invidiabile per la loro età , decisero due anni or sono di trasferirsi a Santiago, cogliendo l'occasione offerta dal governo cileno di donare 40.000 dollari a tutti coloro presentassero un progetto informatico valido e avessero avuto la voglia di svilupparlo in Cile.
Alla fine della cena ci ritroviamo a voler bene a questi ragazzi, i loro sorrisi e la loro gentilezza ci hanno trasmesso una genuinità ed un onestà rara da incontrare, a loro rivolgiamo le nostre più sentite speranze affinchè la loro audacia , il loro coraggio e la loro curiosità possano essere ricompensate in un futuro prossimo.
I miei quattro bambini!!!!
RispondiEliminaChe belle parole che ci avete dedicato! Siamo lusingati! Anche noi siamo molto contenti di avervi conosciuto e di aver condiviso con voi le serate qui a Santiago! Ci si vede presto a Torino, in bocca al lupo per i vostri sogni!
RispondiEliminaUn bacio! Nico e Cla
Come sempre siete splendidi nello scrivere ciò che gli occhi vi offrono in ammirazione. A commento del fattaccio: tutto è bene ciò che finisce bene, anche se lo spavento deve essere stato più che stratosferico! Buon proseguimento. GPM
RispondiElimina