lunedì 10 giugno 2013

Porto Natales - Torres del Paine - Cile


Porto Natales rappresenta allo stesso modo di Punta Arenas una cittá di sosta per la maggior parte dei viaggiatori, una fermata prima di imbattersi in uno dei trekking piú spettacolari del sud America: il leggendario trekking a doppia w di torres del paine.
La preparazione a questa sfida non poteva avvenire in un luogo migliore del singing lamb, un ostello dotato di ampii e puliti dormitori con un efficenza svizzera, una deliziosa colazione new zelandese ed un incredibile cucciolo cileno.


Dopo esserci riforniti di bombole del gas, sacchi a pelo, cibo per 4 giorni partiamo alla volta di Torres del paine.Il pullman dopo quasi due ore lascia il posto al catamarano, che ci conduce ai piedi del primo rifugio. Qui non facciamo in tempo a posare i nostri zaini, che ci mettiamo subito in marcia verso il glaciare grey, abbiamo le ore contate prime che faccia buoi, il passo e spedito e il calore aumenta obbligandoci a svestirci degli innumerevoli strati posti prima della partenza.


Con noi c'é Aisa una ragazza indiana che vive negli Stati Uniti, la quale preoccupata da una eventuale velocitá eccessiva di camminata manifesta i suoi dubbi al riguardo di fare gruppo;'rassicurandola le facciamo intendere con un inglese stentato che il passo sarà continuo ma suave.
Quell'innocente ragazza indiana, si rivela essere posseduta dal demonio, la sua marcia forsennata non ci lascia scampo e nel giro di qualche minuto siamo costretti a vederle prima la schiena, poi il fumo ed infine le sue impronte.
Nel frattempo le bestemmie di Ramona e l'apparente supremazia indiana sembrano sortire negli occhi della mia fidanzata un fervore agonistico dimenticato da tempo; la sconfitta non puó essere al momento un'opzione da contemplare. Il ritmo cresce passano le ore e raggiungiamo la maratoneta indiana, Ramona in preda ad un delirio agonistico medita una sconfitta schiacciante, superare -sconfiggere- uccidere!
É cosí che dopo tre ore emmezza arriviamo a ridosso del glaciale grey, uno spettacolo magnifico si apre dinnanzi a noi, una gigantesca parete di ghiaccio si affiacia su di un lago turchese.In una sorte di contemplazione mistica veniamo raggiunti da Asya.

  

 
É ora di ritornare, non vogliamo correre il rischio di camminare con il buio, con gli occhi pieni di ghiaccio facciamo ritorno al rifugio; l'esaltazione dell'andata viene pagata a caro prezzo da Ramona alla quale delle fastidiose bolle ai piedi impediscono di riproprsi in una giusta gara di ritorno, ovviamente la piccola keniana sembra non risentire minimamente dello sforzo precedentemente compiuto, e secondo un copione già visto veniamo distaccati quasi subito.                                                                  
Dopo 7 ore di cammino torniamo al rifugio stremati, sconfitti clamorosamente sia nell'anima che nel corpo.
La cena non riesce a placare il cattivo umore di Ramona, la quale fisicamente distrutta manifesta i suoi dubbi al riguardo di un suo proseguimento nel trekking, dal canto mio cerco di utilizzare ogni arma a disposizione(inclusi i miei occhi a cerbiatto) per convincerla a restare, ma ormai la decisione sembra presa.
Si dice che il sonno porti consiglio, in questo caso ha portato un rigeneramento muscolare ai limiti del miracoloso, Ramona si sveglia sorprendentemente riposata e con una grande forza d'animo decide di proseguire per gli altri 3 giorni.
Le foto vi diranno molto più di quello che io posso solo cecare di farvi capire, lo zaino pesa, le salite e le discese sono ripide ma il paesaggio è così incantato e surreale da togliere la fatica di dosso, nonostante il freddo e la pioggia i tre giorni di duro trekking sono stati un balsamo per i nostri occhi e per la nostra anima, in compagnia del solo silenzio della natura abbiamo attraversato uno dei parchi più belli di sempre, lama selvatici hanno fatto da contorno a superbe montagne, laghi celesti sono stati la tela di questo splendido dipinto, impreziosito da boschi e pianure infiniti.








Unico rammarico non aver avuto la possibilitá a causa di una forte nebbia di poter ammirare le famosissime tre punte del parco, immagine simbolo di torre del paine.

Quello che la sfortuna toglie da un lato, la fortuna compensa dall'altro:compensazione manifestata nell'incontro con Edgardo ed Hannah una coppia splendida quanto i paesaggi visti in questi tre giorni di trekking.....

 " É bello il libro?
   Scusa,sei italiano?
   Torino!
   Napoli! "
A volte le amicizie più profonde iniziano con una domanda...
Di ritorno dal paine: felici e stanchi, abbiamo giusto il tempo di una notte di riposo perchè l'indomani salperemo per 4 giorni attraverso i fiordi patagonici fino a port mont.

Ma prima di tutto questo, abbiamo un appuntamento alla mesita grande per un abbuffatta storica con Hannah e Edgardo.

Leggera come una melodia di einaudi l'amicizia si crea, si plasma tra un bicchiere di vino e l'altro, i loro sorrisi di un candore simile a quello dei ghiacci patagonici ci illuminano, ci abbagliano, i loro occhi sprigionano una dolcezza ed un'armonia innaturali, avidi di affetto le distanze fortificano i nostri spiriti solitari, drogati della loro compagnia richiediamo e necessitiamo la nostra dose anche il giorno seguente fino ai pochi istanti prima di separarci.
Probabilmente questo ragazzo campano avrà risvegliato i miei sopiti cromosomi napolatani, ma credo che la nascita di un'amicizia forte pronta a durare per sempre si percepisca nell'esatto momento in cui essa prenda forma: Bello il libro?




 

1 commento:

  1. Bellissimi i paesaggi mozzafiato, belle le riflessioni profonde, ammirevole la semplicità d'animo presente in un incontro fortuito ma subito profondo e coinvolgente. Bravi e, come sempre grazie!GPM

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